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Dermatologia Clinica

MALATTIE INFETTIVE

Una malattia infettiva è una patologia causata da agenti microbici che entrano in contatto con un individuo, si riproducono e causano un'alterazione funzionale: la malattia è il risultato della complessa interazione tra il sistema immunitario e l'organismo estraneo. I germi che causano le malattie infettive possono appartenere a diverse categorie e principalmente a virus, batterio funghi.
Virosi cutanee

Papillomi virali
Lesioni cutanee e mucose dovute al papillo mavirus humani, di cui vi sono oltre 120 tipi.
Hanno svariati aspetti clinici:

  • Verruche plantari
    Lesione discoide circondata da uno spesso anello corneo che ricopre parzialmente il centro della lesione, la cui superficie è picchiettata di punti nerastri (capillari trombizzati), che spesso possono essere confluenti in una placca cheratosica.
  • Verruche volgari:
    1. Mani: localizzate solitamente sulla superficie dorsale delle mani e delle dita.
    2. Segmento cefalico: assumono l’aspetto filiforme, disposte solitamente intorno agli orefizi o tempestanti collo e barba.
  • Verruche piane comuni
    Prediligono il viso, il dorso delle mani e delle dita, le braccia, le ginocchia e le superfici anteriori delle gambe, sono piccole papule appena in rilievo, di colore giallo, dalla superficie liscia o appena mammellonata. Possono anche regredire spontaneamente.
  • Epidermodisplasia Verruciforme
    Genodermatosi rara caratterizzata da un’infezione cutanea da Hpv. Due tipi di lesione cutanea sono altamente caratterizzanti la malattia e ne permettono una diagnosi precoce prima dell’insorgenza di carcinomi cutanei. Da una parte si tratta di una persistente eruzione di papule simili a verruche piane, dall’altra di macule eritematose somiglianti agli elementi della pitiriasi versicolor.
  • Malattia di Bowen periungueale
    A localizzazione periungueale e palmare, associata a hpv16, un tipo virale del quale sono note tropismo genitale e carattere oncogeno.
  • Malattia di Heck (o iperplasia epiteliale focale)
    Rara nella popolazione bianca, caratterizzata da papule multiple della mucosa orale (labbra, guancia, lingua) di colore rosa ad evoluzione cronica asintomatica.
  • Papillomi anogenitali
    La cui importanza è dovuta alla cronicità, all’infettività e soprattutto al rischio evolutivo verso neoplasie intraepiteliali, legato alla presenza di HPV oncogeni.

    1. Condilomi anogenitali: condilomi acuminati o creste di gallo sono formazioni carnose, peduncolate, di colore rosa o rosso vivo. Nell’uomo si localizzano sul prepuzio, sul frenulo, sul solco balanoprepuziale e sul meato uretrale, più raramente, asta, scroto e ano. Nella donna prediligono la parete posteriore del vestibolo vaginale e le labbra.
    2. Condilomi piani: si localizzano a livello delle mucose o delle semimucose genitali, si tratta di elementi maculosi di colore rosa o rosso. Per evidenziarli è necessaria una soluzione di acido acetico al 5% che nel volgere di qualche minuto fa assumere alla loro superficie un colore biancastro.
    3. Condiloma gigante del pene (buschke-loewenstein): esordisce come un condiloma acuminato ma evolve estendendosi, facendosi rigoglioso e infiltrativo.
    4. Papulosi bowenoide: descritta nel giovane adulto a livello del pene e della vulva. Clinicamente si presenta con lesioni papulose multicentriche isolate o confluenti.
  • Herpes simplex
    Le sue manifestazioni sono solitamente limitate a lesioni cutaneo-mucose che compaiono secondo una sequenza particolare (infezione primaria, latenza, infezioni ricorrenti multiple). HSV si trasmette per contatto mucoso o cutaneo-mucoso diretto da un soggetto che secerne il virus da un’infezione primaria, da una recidiva clinica o da un’escrezione virale asintomatica.
    Può esordire con:

    1. Gengivo-stomatite erpetica acuta: dovuta a HSV1 si manifesta per lo più in bambini tra 6 mesi e 3 anni. Preceduta da algie e disfagie, scialorrea e febbre a 39°.
    2. Infezione primaria erpetica genitale: causata classicamente da HSV2 ma sta aumentando anche l’HSV1, sintomatologia violenta, specie nella donna dove comporta una vulvovaginite acuta, estremamente dolorosa accompagnata da febbre e malessere, eruzioni arrotondate, talvolta aftoidi. Presenza di Adenomegalie inguinali dolorose. La risoluzione spontanea richiede 2-3 settimane.
    3. Cutanea pura: ricorda una recidiva, spesso è confusa col patereccio da piogeni.
    4. Oculare: è una cheratocongiuntivite unilaterale acuta, con alcune vescicole sulle palpebre edematose e adenopati preauricolare.
    5. Herpes dei gladiatori: è una forma diffusa dovuta a contaminazione massiva a causa di traumatismi e abrasioni cutanee dovute alla pratica di sport da contatto.
    6. Infezioni erpetiche gravi negli Immunodepressi: le lesioni appaiono estese, necrotiche, si accompagnano a interessamenti viscerali, come una meningoencefalite e un’epatite fulminante.
    7. Sindrome di Kaposi-Juliusberg: Infezione erpetica di una dermatosi preesistente (specialmente dermatite atopica) caratterizzata da vescico-bolle pustolose emorragiche che si estendono rapidamente dal viso a tutto il corpo.
  • Varicella
    È una malattia dell’infanzia, molto contagiosa, benigna nella maggior parte dei casi, tendente all’insorgenza di piccole epidemie. Dopo un’incubazione che varia dai 15 ai 20 giorni, l’invasione è breve, non violenta, con febbricola e malessere generale; è seguita da un’eruzione di macule rosee, presto sormontate da vescicole. Il giorno seguente il liquido si intorbida, la vescicola si fa ombelicata e si dissecca in 3 giorni per formare una crosta che cade nel giro di una settimana, lasciando una macula depigmentata, talora una cicatrice atrofica soprattutto se ci sono stati grattamenti e sovrainfezioni. Come complicazioni possono comparire sovrainfezioni locali, polmonite varicellosa e manifestazioni neurologiche di vario tipo.
  • Herpes Zoster
    Ganglionevrite posteriore acuta, per lo più dovuta a riattivazione di VZV dallo stadio di latenza nei neuroni dei gangli posteriori. Esordisce con una fase prodromica di 3-4 giorni caratterizzata da dolori nella zona in cui poi si verificherà la sintomatologia, ha una disposizione metamerica con lieve compromissione dello stato generale e adenopatie dolenti; poi insorge l’eruzione, unilaterale, a banda, alcune chiazze eritematose si ricoprono di vescicole ripiene di liquido limpido nel giro di poche ore (esse sono raggruppate a grappolo e talvolta confluenti in bolle). Dopo 2-3 giorni il contenuto delle vescicole si intorbida e si afflosciano per essiccarsi formando crosticine che cadono circa 10 giorni dopo.
  • Herpes virus tipo 6
    Causa dell’esantema critico o sesta malattia, interessa il bambino di età fra i 6 mesi e i 2 anni, periodo di incubazione di circa 10 giorni a cui segue febbre elevata. Dopo 2-3 giorni la febbre cede e allora compare un’eruzione maculosa di colore rosa pallido. L’eruzione si risolve in 12-48 ore.
  • Herpes virus tipo 7
    Prospettata la possibilità che esso sia l’agente causale della pitiriasi rosea di Gibert.
  • Herpes virus tipo 8
    Alcune sequenze genomiche di questo virus sono state evidenziate in alcune lesioni della malattia di kaposi associata ad AIDS.
  • Citomegalovirus
    Le manifestazioni cutanee da CMV sono rare, polimorfe e spesso poco specifiche.
  • Epstein Barr Virus
    Ubiquitario e infetta circa il 90% della popolazione. È l’agente causale della mononucleosi infettiva e risulta associato a linfoma di burkitt e al carcinoma nasofaringeo.
  • Parvovirus B19
    Da origine al megaloeritema epidemico (quinta malattia) si manifesta con epidemie principalmente in inverno e in primavera, soprattutto in bambini in età scolare. Dopo un’incubazione di 7-10 giorni in un contesto senza o appena febbrile, senza compromissione dello stato generale, compare l’eruzione che evolve in tre tempi: rash maculo papuloso del viso (aspetto schiaffeggiato), macule rosa pallido a contorni circinati disposte a ghirlanda, soprattutto sugli arti, scomparsa e ricomparsa degli eritemi. L’eruzione risolve dopo una decina di giorni talvolta senza desquamazione.
  • Virus epatite A,B,C
    Manifestano un tropismo epatico preferenziale, ma sono responsabili di manifestazioni extraepatiche e in particolare cutanee. L’epatite B con vasculiti, crioglobulinemie miste dette essenziali e periarterite nodosa. L’epatite C può portare a crioglobulinemie miste, periarterite nodosa, porfiria cutanea tarda. L’epatite A può manifestare, dopo la fase preitterica, un’eruzione lieve e fugace, maculo papulosa associata ad artralgie.
  • Mollusco contagioso
    Si presentano come papule emisferiche, traslucide di colore roseo e disseminate, diametro tra 1 e 5 mm, con una ombelicatura centrale tipica; esse possono localizzarsi in ogni distretto corporeo ma prediligono il viso, gli arti e il tronco. La disseminazione spesso è imponente in quanto tende a essere pruriginosa. Nell’adulto il contagio avviene spesso tramite contatti sessuali.
  • Orf (ectima contagioso di origine ovina)
    Trasmesso all’uomo da animale infetti da ectima contagioso. Dopo incubazione di 3-13 giorni nella sede di inoculazione macula eritematosa, che rapidamente si trasforma in papula, poi la lesione diventa nodulare. Numero di lesioni variano da 1 a 10.
  • Mani-piedi-bocca
    Dovuta a un coxsackie virus, molto contagiosa, a trasmissione oro-fecale. Dopo un’incubazione di 3-5 giorni e una fase prodromica non costante caratterizzata da lieve ipertermia e malessere, compare l’eruzione tipica per aspetto e per topografia. Dapprima enantema a livello della mucosa buccale a localizzazione anteriore con piccole vescicole da 1 a 3 mm di diametro, successivamente compare esantema a livello delle mani e dei piedi con vescicole ovalari del diametro di 2-5 mm ripiene di liquido con alone eritematoso. Si distribuiscono soprattutto sulla superficie dorsale delle mani, causano bruciore ma non prurito. L’eruzione scompare circa in una settimana.
  • Erpangina
    Si manifesta con piccole epidemie stagionali che colpiscono solitamente i lattanti e i bambini sotto i 3 anni. Esordisce con una puntata febbrile con cefalea, mialgie e una disfagia dolorosa. Su un eritema diffuso del velopendulo compaiono alcune vescicole a contenuto limpido circondate da alone infiammatorio. Le vescicole evolvono verso la formazione di erosioni dolorose che scompaiono in meno di una settimana.
  • Morbillo
    Eruzione cutanea che compare 14 giorni dopo il contagio, ma il soggetto è contagioso fin dal sesto giorno dopo il contagio e fino a 2 giorni dopo l’inizio dell’esantema. Durante la fase di invasione è presente il segno di koeplik (piccole chiazze bianco bluastre, visibili sul rosso della mucosa localizzate sulla superficie interna delle guance) in questa fase sono presenti malessere generale, disturbi digestivi, rinorrea, essudazione della congiuntiva, febbre a 38-39°. L’esantema compare 3-4 giorni dopo mentre l’enantema scompare. Si tratta di maculopapule confluenti che solitamente esordiscono sul viso e sul margine capillizio, poi si estendono sul collo, sul torace, sugli arti superiori e infine su quelli inferiori. Le alterazioni dello stato generale persistono durante la fase eruttiva fino a scomparire con la desquamazione delle lesioni. Possono esservi complicazioni come otiti, laringiti, broncopolmonari, nervose, emorragiche e digestive.
  • Rosolia
    Insorge soprattutto in primavera dopo incubazione di circa 16 giorni completamente muta; compaiono poi febbre, mialgie e rapidamente un’eruzione che esordisce sul viso e invade il resto del corpo per l’intera giornata. Esantema predomina su zigomi e mento, è meno intenso sul torace, addome e glutei. Rispetta i palmi, la pianta e il capillizio. È costituito da macule di colore rosa pallido, per lo più separate da zone di cute indenne. Le lesioni scompaiono in circa 3-4 giorni. Sono presenti adenomegalie nelle differenti stazioni. Nell’adulto e nell’adolescente la sintomatologia è più spiccata: febbre a 39° esantema rosso vivo di aspetto scarlattiniforme, adenomegalie diffuse, artriti e splenomegalia. La diagnosi di gravidanza riveste un’importanza capitale nella gravida sieronegativa, per via delle gravi ripercussioni sul feto se contagio prima dell’undicesima settimana di gravidanza (possono comparire infatti microcefalia, ritardo mentale, malformazioni oculari, cardiache e dell’apparato uditivo.
  • Arbovirus
    Tutti accomunati dal contagio mediante artropodi che trasmettono eminentemente malattie di origini tropicali (febbre gialla e dengue). Si manifestano con sindrome algoeruttiva improvvisa con febbre e dolori. 3-4° giorno fase di defervescenza, poi la febbre sale ancora con rash maculoso o maculo-pustoloso verso il 5-6° giorno. Per alcune di queste infezioni insorge poi una sindrome emorragica che condiziona la prognosi e può portare a exitus.
  • Acrodermatite papulosa infantile (sindrome di Gianotti-Crosti)
    Eruzione monomorfa del bambino piccolo durevole più di 10 giorni. La sua forma più tipica è una papula piana, eritematosa o del colore della pelle a superficie liscia. Sembrerebbe collegata a infezione da virus epatite B.
  • Sindrome papulopurpurica “a guanti e calze”
    Porpora fine dalla topografia molto caratteristica.
  • Pitiriasi Rosea di Gibert
    Dermatosi benigna. Colpisce frequentemente il bambino e il giovane adulto. Ha la sua massima incidenza tra i 10 e i 35 anni. I prodromi sono incostantemente presenti, possono essere una sensazione di malessere generale, nausea e perdite di appetito, febbricola, artralgie e cefalea. La sua forma classica prevede la comparsa di una chiazza madre che consiste in una lesione arrotondata maculo papulosa ben delimitata con margine di colore rosso vivo, il centro più chiaro simile alla carta della sigaretta. Le due zone appaiono separate da un esile collaretto desquamativo. Per lo più la chiazza madre esordisce a livello del tronco ed evolve per le gittate successive che continuano per una decina di giorni originando le chiazze figlie del tutto simili alla chiazza madre. Solitamente decorre in 3-6 settimane.
  • Esantema Periflessurale asimmetrico dell’infanzia
    Picco di incidenza intorno ai 2 anni. Si tratta di una dermatosi eruttiva con lesioni elementari di norma eritematose e scarlattiniforme. La sede di comparsa è situata in prossimità di una grande piega, più spesso ascellare o inguinale. La durata totale va dalle 3 alle 5 settimane.
Affezioni batteriche
  • Piodermiti primitive (Infezioni follicolari)
    Lo streptococco aureus è responsabile della maggioranza delle infiammazioni acute del follicolo pilo-sebaceo.

    1. Follicolite o ostiofollicolite primitiva: le papulopustole centrate su un pelo ne sono l’espressione più superficiale. Sono favorite dalle medicazioni occlusive e dalla macerazione.
    2. Foruncolo: può conseguire a una follicolite. Si tratta di un’infiammazione perifollicolare profonda, che esordisce clinicamente con un nodulo caldo e doloroso, che in alcuni giorni esita in una suppurazione.
    3. Antrace o favo: aggregato di foruncoli che può essere accompagnato da raccolte purulente sottostanti.
    4. Foruncolosi: ostinata recidiva di foruncoli, deve fare ricercare una patologia sistemica sottostante.
  • Infezioni superficiali non follicolari
    1. Impetigine: forma di piodermite più superficiale, predilige i bambini sotto i 10 anni, soprattutto d’estate. Lesione iniziale è una vescicola subcornea ripiena di sierosità può essere di origine stafilococcica o streptococcica. Le lesioni sono spesso bollose con scollamento cutaneo periferico. L’impetigine preferisce le zone periorifiziali, il cuoio capelluto e le parti scoperte.
    2. Ectima: piodermite che tende ad approfondirsi. Abitualmente localizzata agli arti inferiori.
    3. Ectima gangrenoso: ulcerazione necrotica che fa seguito ad una bolla dal contenuto opalino o emorragico. Abbastanza caratteristico dalle affezioni da Pseudomonas aeruginosa.
    4. Carbonchio: malattia rara dovuta al B. anthracis. Nella forma cutanea, il bacillo penetra attraverso la cute in presenza di una soluzione di continuo anche minima. Dopo un’incubazione di 1-5 giorni appare nel punto di inoculo una vescico-pustola sieroemorragica con edema infiammatorio periferico. L’evoluzione è verso un’escara nera e in assenza di trattamento verso una setticemia con prognosi terribile.
    5. Anite streptococcica o stafiloccica: proctite erosiva dolorosa associata a eritema perianale.
    6. Dattilite streptococcica: pustola tesa e dolente a livello della superficie volare dell’ultima falange di una o più dita.
    7. Intertrigini batteriche: spesso sovrainfezioni.
    8. Eritrasma: infezione dovuta al corynebacterium minutissimum, con insorgenza di chiazza color camoscio a livello di una grande piega.
    9. Piodermiti “fredde”: nodulo dall’aspetto flogistico con evoluzione cronica su più settimane e mesi. Localizzazioni preferite sono le palpebre e le guance.
  • Dermoipodermiti batteriche
    1. Erisipela: caratterizzata da un’insorgenza improvvisa con febbre e brividi, a questa segue una chiazza eritematosa dolorosa, infiltrata, calda con un margine periferico rilevato (segno dello scalino) che si estende centrifugamente. Accompagnato da linfoadenopatia regionale dolente. Classicamente si localizza al viso ma sono frequenti anche le forme con interessamento degli arti inferiori.
    2. Fasciti microbiche o necrotizzanti: chiamate anche gangrene streptococciche, si osservano soprattutto a livello degli arti inferiori come conseguenze di minime soluzioni di continuo nel tegumento di pazienti debilitati e diabetici o come complicanza di una gamba gonfia rossa febbrile. L’esordio è improvviso con aspetti di dermo-ipodermite acuta febbrile con profonda alterazione dello stato generale. A livello locale edema diffuso a carico di un arto che si ricopre di bolle dal contenuto dapprima limpido e poi bruno, segue la comparsa delle aree di gangrena. La fascite esige lo sbrigliamento chirurgico d’urgenza, intervento demolitivo ma salvifico.
  • Cute e infezioni batteriche sistemiche
    1. Bartonellosi: coccobacilli dotati di tropismo verso gli eritrociti. Le bartonelle sono abitualmente trasmesse da artropodi ematofagi; tuttavia, quando sono presenti sugli artigli o sui denti di animali infetti possono essere inoculate nell’uomo a seguito di contatto traumatico.
    2. Malattia di Carrion: causata da B.Bacilliformis. Riscontrata solo in zone di endemia nell’America Meridionale. L’uomo è l’unico serbatoio naturale noto dell’infezione.
      L’esordio della malattia è improvviso con febbre elevata. Ai malati che riescono a sopravvivere i sintomi scompaiono nel giro di 2-3 settimane. I sopravvissuti alla fase acuta, dopo 1 o 2 mesi hanno un interessamento tissutale, con sviluppo di verruche sulla cute, specialmente a livello delle estremità e del volto.
    3. Febbre delle trincee: il periodo di incubazione della malattia è mediamente di 22 giorni. Oltre che al rialzo termico è caratterizzata da cefalea, mialgie, dolori osteoarticolari e dalla comparsa di un esantema maculo-papuloso.
    4. Malattia da graffio di gatto: insorge nei soggetti che vengono a contatto con gatti e predilige l’autunno e l’inverno. Circa il 50% dei gatti randagi di città è portatore di Bartonelle. Dopo 3-10 giorni dal graffio del gatto si sviluppa una piccola papula transitoria, nel giro di 1-2 settimane il volume di 1 o più linfonodi distrettuali incomincia ad aumentare; l’ingrossamento persiste per circa 2-3 settimane.
    5. Borrelliosi: zoonosi legata ad un’infezione da un batterio del genere borrellia. La borrelliosi è trasmessa all’uomo da un morso di zecca. La sua gravità è legata da interessamenti cardiaci e neurologici come anche i potenziali linfomi che possono complicare l’evoluzione della borrelliosi.
      La malattia è suddivisa in tre stadi: la fase precoce corrisponde all’eritema migrante che compare da qualche giorno a qualche settimana dopo il morso della zecca, la fase precoce disseminata corrisponde all’eritema migrante multiplo e alle manifestazioni extra cutanee; le manifestazioni tardive comprendono l’acrodermatite cronica atrofizzante e segni extracutanei diversi soprattutto neurologici e articolari.
    6. Rickettsiosi: si indicano alcune affezioni dovute all’inoculazione di batteri Gram- da parte di diversi vettori (zecche, pidocchi, pulci). La più frequente è la febbre bottonosa mediterranea. È trasmessa attraverso la puntura della zecca bruna del cane. La trasmissione necessità della permanenza della zecca sulla cute per almeno 6 ore. Alla puntura della zecca fa seguito un periodo di incubazione di 4-10 giorni, poi la malattia esordisce con febbre elevata, mialgie, artralgie e cefalea. Il caratteristico esantema si manifesta dopo 2-4 giorni dalla febbre, e si tratta di un’eruzione eritemato-maculo-papulosa che colpisce il tronco, gli altri, le palme e le piante. La comparsa della porpora è un segno indicatore di gravità. Un esame accurato permette di scoprire la tipica escara (tache noire) che corrisponde alla puntura della zecca.
    7. Tifo epidemico: malattia che viene trasmessa dal pidocchio del corpo. Dopo un’incubazione di 7 giorni, la malattia esordisce con febbre a 40° e stato confusionale. L’esantema compare dopo 3-5 giorni. È un’eruzione maculo papulosa di colorito roseo che interessa principalmente il tronco e gli arti. Essa evolve verso una fase petecchiale e allora il quadro neurologico raggiunge la sua completezza.
    8. Tifo murino: trasmesso dal ratto, si manifesta con febbre, cefalea e un rash maculo assai contenuto.
    9. Febbre Q: la trasmissione dell’agente infettivo avviene per via aerea. Il serbatoio solitamente sono gli animali ungulati (capre e montoni). Le forme acute si manifestano spesso con una febbre isolata, che dura da 1 a 3 settimane accompagnata da pneumopatia interstiziale, dimagrimento e profonda astenia. Nel 25% dei casi possono sopraggiungere complicanze neurologiche.
    10. Tubercolosi cutanea: l’infezione primaria si verifica attraverso l’inalazione, l’ingestione, o, più raramente, l’inoculazione cutanea del bacillo di Koch negli individui che in precedenza non sono mai entrati in contatto con questo agente. L’infezione secondaria è legata a una disseminazione o a una reinfezione. La tubercolosi cutanea primaria è rara, predilige i bambini. Si tratta di un’ulcerazione non dolente che insorge con rapidità a livello del sito di inoculazione. La base non indurita è di colore rosso-roseo. Progressivamente la base si infiltra e può diventare granulosa. Rapidamente si sviluppa una linfoadenopatia distrettuale che forma il complesso primario (prima dura, poi va verso la colliquazione fino alla fistolizzazione con fuoriuscita di pus bacillifero. La tubercolosi secondaria può essere dovuta a contiguità, a reinoculazione o a disseminazione ematogena e può avere vari aspetti:
      • Tubercolosi orifiziale: predilige bocca, e la regione perianale, il meato uretrale e la vulva. Caratterizzata da infiltrazione arrossata a cui segue un’ulcera di 1-2cm
      • Scrofuloderma: è il prototipo dell’estensione alla cute di un focolaio più profondo per contiguità. La cute si arrossa poi si deprime creando un’ulcera necrotica dal fondo granulomatoso.
      • Tubercolosi verrucosa: è dovuta a una reinoculazione cutanea, in seguito a un contatto accidentale o imposto da motivi professionali (medici, veterinari, macellai) Esordisce come un piccolo nodulo duro e verrucoso quindi evolve verso una placca ipercheratosica compatta.
      • Tubercolosi gommosa: è dovuta a una disseminazione ematogena del bacillo a partenza da un focolaio polmonare o viscerale. Diversi noduli sottocutanei vengono a formarsi alle estremità e sul tronco, vanno incontro a rammollimento e fistolizzazione sulla cute e/o sulle mucose imitando lo scrofuloderma.
      • Tubercolosi miliare: colpisce i bimbi indigenti e gli immunodepressi. Interessa principalmente il tronco ma in realtà è disseminata a tutto il tegumento.
      • Lupus tubercolare: può trattarsi di una riattivazione di un focolaio cutaneo latente. Si localizza principalmente alla testa e al collo.
    11. Micobatteriosi atipiche: comprendono circa 15 specie. Sono implicate in manifestazioni cutanee a carico dei tessuti molli, in particolare tenosinoviti, in quadri linfoadenopatici e polmonari. I micobatteri più spesso incriminati in dermatologia sono il M. ulcerans responsabile dell’ulcera di Buruli e M. Marinum causa dei granulomi da piscina. Come manifestazioni cutanee possono comparire eruzioni pustolose diffuse, foruncolosi dopo idromassaggio e prurito nodulare.
    12. Lebbra: infezione cronica causata da mycobacterium leprae o bacillo di Hansen. La via di penetrazione più probabile è la via aerea. Clinicamente le manifestazioni cutanee sono: la lebbra tubercoloide, dove le lesioni sono poco numerose e si dispongono sul tegumento asimmetricamente. Queste lesioni sono maculose o infiltrate. Nella lebbra lepromatosa invece Le lesioni lepromatose sono molto numerose. In assenza di trattamento le lesioni possono confluire e rendersi responsabili di un’infiltrazione diffusa che conferisce al volto l’aspetto classico di facies leonina. L’infiltrazione può causare la perdita del terzo esterno del sopracciglio
Micosi

Classificate in tre gruppi: dermatofiti, lieviti e muffe.

Dermatofizie

  • Tigna del cuoio capelluto
    Si tratta di infezioni dei capelli e del capillizio a cui ne consegue la rottura dei fusti e quindi la comparsa di aree alopeciche desquamanti.

    1. Tigne microsporiche: ne sono colpiti specialmente i bambini in età scolare, tende a guarire spontaneamente. Si presenta in forma di chiazze eritemato-desquamative da 3 a 6 cm di diametro sulle quali tutti i capelli sono spezzati a 2-3 mm dall’ostio follicolare.
    2. Tigna tricofitica: colpisce più frequentemente i bambini in età scolare, spesso guarisce nella pubertà. La malattia si presenta con l’aspetto di piccole chiazze grigiastre di 1-2 cm e di forma irregolare contenenti capelli fragili che si spezzano a livello dell’ostio. Possono apparire come punti neri impiantati.
    3. Tigna favosa: il contagio è interumano e si verifica solitamente in condizioni di scarsa igiene personale. L’evoluzione è cronica e conduce all’alopecia cicatriziale.
    4. Tigna suppurativa (Kerion Celsi): l’affezione predomina nelle zone rurali. Il contagio è generalmente dovuto agli animali domestici, talvolta da un essere umano malato. Nel bambino è colpito il cuoio capelluto, mentre nell’adulto possono essere interessate anche la barba e le zone ricoperte da peli. L’evoluzione tende alla guarigione spontanea, residua una cicatrice più o meno alopecica. All’esordio compaiono una o più chiazze eritemato-desquamative, arrotondate e pruriginose. Dopo qualche giorno le chiazze si tumefanno e si coprono di pustole follicolari che si rompono lasciando fuoriuscire pus giallastro.
  • Dermatofizie della cute glabra
    1. Tinea corporis: colpisce individui di tutte le età. Si manifesta con lesioni costituite all’inizio da una macula eritematosa, pruriginosa il cui centro è squamoso. Margini vescicopapulosi e la chiazza di estente centrifugamente spesso assumendo aspetti a coccarda.
    2. Tinea imbricata (Tokelau): si ritrova solo in alcune isole del pacifico. La malattia invade progressivamente il tegumento con caratteristiche grandi lesioni a coccarda con centri concentrici.
    3. Dermatofizia delle grandi pieghe: quella delle pieghe inguinali o eczema marginato di hebra interessa gli uomini più frequentemente delle donne. Le lesioni esordiscono sulla superficie interna delle cosce sotto forma di chiazze eritemato-desquamative a margini vescicolari. L’eruzione è pruriginosa e spesso va incontro a variazioni spontanee.
    4. Dermatofizie delle mani e dei piedi: i piedi sono colpiti più spesso delle mani. Il prurito a volte violento è aggravato dalla sudorazione. Nei piedi sono sede dell’infezione gli spazi interdigitati.
    5. Dermatofizie ungueali: esordisce sul bordo libero dell’unghia o sui margini laterali con una macchia biancastra che si allarga progressivamente. La lamina ungueale perde la trasparenza, diviene opaca e policroma. Essa si solleva per l’ispessimento ungueale e si fa friabile.

Candidosi

  • Intertrigine da candida
    Si localizza ai cavi ascellari, alle pieghe sottomammarie, inguinali, interglutee e interdigitali. L’evoluzione è cronica recidivante. All’esordio l’eruzione è eritemato-pustolosa, rapidamente diventa essudante e forma una chiazza di colore rosso scuro poco infiltrata a margine festonato, ben definito per la presenza di un orletto squamoso biancastro. Al di fuori della chiazza primitiva sono presenti delle pustole satelliti.
  • Stomatite angolare
    È lesione della commissura labiale che predilige i pazienti edentuli. Incomincia con piccoli elementi biancastri che divengono eritemato-squamosi e talvolta crostosi.
  • Cheilite
    Caratterizzata da eritema, edema e desquamazione delle labbra, accompagnato da sensazione di tensione, di bruciore e formicolio.
  • Stomatite (Mughetto)
    Interessa parzialmente la cavità buccale. Inizia con un eritema diffuso della mucosa che diviene secca, liscia, brillante. Alcuni giorni dopo compaiono piccolo depositi biancastri di aspetto grumoso. I pazienti accusano secchezza della bocca associata a sapore metallico.
  • Vulvovaginite da candida
    Deborda frequentemente sul versante cutaneo delle grandi labbra, sulle pieghe inguinali, sul perineo e sul solco intergluteo a formare delle lesioni dai contorni irregolari orlate di un collaretto biancastro. La mucosa è rossa, macerata e cosparsa di vescicopustole che una volta rotte, lasciano piccole erosioni spesso ricoperte di depositi biancastri grumosi. Si osserva leucorrea abbondante. Le pazienti lamentano prurito e dolori urenti.
  • Balaniti e balanopostiti
    Risultato della contaminazione del glande e del prepuzio in occasione di un rapporto sessuale con una partner infetta. Esordisce con comparsa di lesioni eritemato-vescicolari o pustolose che si rompono precocemente. Le lesioni si estendono sul foglietto interno del prepuzio, che diviene eritematoso e dolente, successivamente si ricoprono di un induito biancastro.
  • Candidosi infantile gluteo-genitale
    Interessa i lattanti, è generalmente la complicazione di una candidosi del tubo digerente. Si esprime con la comparsa di vescicole e pustole su fondo eritematoso.
  • Onissi e perionissi candidosica
    Favorite dall’umidità sono frequenti in alcune professioni (casalinghe, lavandaie, ecc). Esordisce con tumefazione delle pieghe sovra e periungueali, la cute diviene eritematosa e poi desquama. Il dolore continuo o intermittente aumenta con pressione meccanica. L’onissi secondaria si esprime con piccole macchie gialle o verdastre o occasionalmente con piccole depressioni. La lamina diventa progressivamente opaca, molle e friabile fino a staccarsi progressivamente dal letto.
  • Pityriasis Versicolor
    Molto frequente in entrambi i sessi, dovuta a Malassezia furfur. Le lesioni esordiscono come piccole macule perifollicolari finemente desquamanti, che si estendono perifericamente e possono confluire in chiazze estese. Il loro colore varia dal giallo al bruno, con un eritema lieve incostante. Sulla cute abbronzata le macule divengono ipocromiche. Le lesioni predominano sul tronco.
  • Criptococcosi
    Insorge nell’uomo in condizioni di immunodeficienza. Si manifesta con lesioni cutanee nel 10% dei casi.
  • Piedra bianca
    Dovuta a infezione da trichosporon, si osserva a livello dei capelli, della barba e dei baffi con comparsa di una o più masse nodulari di colore biancastro o bruno.
  • Cromomicosi
    Malattia cronica granulomatosa. Spesso interessa gli arti inferiori, dove si sviluppa una papula nel mese successivo ad un trauma di lieve entità. L’aspetto clinico può essere quello di una cicatrice, di una placca desquamante, psoriasiforme o di un nodulo tumorale.
  • Piedra nera
    Feiofomicosi in cui i noduli duri e dolenti attaccati ai capelli sono bruno-neri.
  • Eumicetomi o Piede di Madura
    Costituiscono tumefazioni a carattere infiammatorio, dal decorso subacuto o cronico. Sono endemici nelle regioni tropicali o subtropicali a clima secco. Le manifestazioni consistono in tumefazioni sormontate da alcune fistole drenanti un materiale sierosanguinolento contenente dei granuli. Tali granuli contengono colonie di agente infettante. Il contagio è transcutaneo e consegue a traumi da infissione di spine provenienti da diverse specie vegetali. L’incubazione dura da qualche settimana a diversi anni.
  • Blastomicosi
    Cosiddetta nordamericana è un’affezione cronica, granulomatosa e suppurativa. Le lesioni interessano i polmoni e conseguono all’inalazione di spore presenti nel suolo. Possono apparire anche lesioni cutanee come conseguenza di disseminazione secondaria.
  • Coccidiodomicosi
    Tipica delle zone desertiche dell’america settentrionale e meridionale. La porta d’entrata è per lo più a livello polmonare, raramente è cutanea. La pelle può essere interessata da lesioni polimorfe simili a follicoliti.
  • Paracoccidiodomicosi
    La lesione iniziale solitamente è polmonare e può restarvi confinata o clinicamente muta. Le prime manifestazioni cliniche sono il risultato della disseminazione del fungo all’organismo. La cute è frequentemente interessata a livello del volto e del tronco. Le lesioni sono polimorfe con papule isolate o raggruppate e noduli e ascessi.
  • Penicilliosi
    È considerata un marcatore dell’Aids. Le lesioni cutanee sono polimorfe, possono essere pustole, ulcere croniche, papule multiple, acneiformi oppure somiglianti a molluschi contagiosi.
  • Sporotricosi
    Diffusa in tutto il mondo, interessa principalmente alcuni ambiti lavorativi (agricoltori, boscaioli, veterinari, minatori), se ne distinguono tre tipi: quella cutanea isolata, la forma cutaneo-linfatica e la forma disseminata. Dopo incubazione da alcuni giorni a 3 settimane compare un’ulcerazione a livello della sede dell’inoculo infettante. La lesione iniziale può restare isolata e assumere un aspetto verrucoso o di piodermite cronica. Nella più frequente forma evolutiva, quella cutaneo-linfatica, si sviluppano noduli o gomme secondari.
  • Aspergillosi
    Un tempo era eventualità estremamente rara, in aumento per insorgenza crescente di infezioni da agenti opportunisti negli immunodepressi. Può essere colpito qualsiasi distretto tegumentario e le mucose. Per lo più si tratta di noduli infiammatori che possono andare incontro a ulcerazione.
  • Fusariosi
    Sono dovute a microorganismi presenti nel terreno e possono dimostrarsi o divenire opportunisti quando infettano le ulcere o le ustioni. Sono responsabili di cheratiti, di onicomicosi.
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